ALLA CGIL NON FAR SAPERE QUANT’È CATTIVA MANUTENCOOP!

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Ci risiamo!

La CGIL, in versione Filcams, ha provato a vietare la diffusione del comunicato, firmato punto San Precario di Rho, che denuncia i ricatti e le ritorsioni di Manutencoop nei confronti dei manutentori ex Auchan, colpiti da provvedimenti che impongono trasferte a centinaia di chilometri da casa perchè hanno osato contestare, per vie legali, la cessione del ramo d’azienda.

Prima è stata proibita la diffusione del volantino ai delegati e alle delegate presenti all’interno della Camera del Lavoro, con la scusa che il comunicato non era pertinente con l’ordine del giorno, ma la distribuzione poteva essere fatta nel piazzale antistante.

Successivamente neanche il piazzale era più idoneo, poiché proprietà privata della CGIL, e bisognava spostarsi giù dai gradini, sul marciapiede.

Eccoci di fronte all’ennesima pessima figura della CGIL.

Un clamoroso autogol che non ha giustificazioni in quanto i lavoratori in questione fanno parte della categoria e, soprattutto, sono vittime degli espedienti aziendali che i sindacati accettano senza preoccuparsi delle conseguenze.

Ma forse è proibito opporsi ad accordi ratificati in silenzio anche dalla CGIL, o magari l’aver toccato i gioielli di famiglia (Manutencoop è tra le più potenti società della Lega delle cooperative, le “coop rosse”) li ha messi in allerta..

Il fatto è successo martedì 1 ottobre alla Camera del Lavoro di Milano in occasione del ritrovato attivo unitario dove veniva presentata la piattaforma per il rinnovo del CCNL del commercio.

Una assemblea unitaria, nonostante la Filcams CGIL sia rimasta fuori dall’ultimo rinnovo, targata Expo 2015, perchè le tre sigle l’unitarietà l’hanno ritrovata firmando il penoso accordo sindacale Expo del 23 luglio 2013, che crea un sistema di relazioni sindacali agibile solo dai firmatari e prevede l’utilizzo indiscriminato e scorretto di apprendisti, stagisti, lavoratori non salariati (o come li chiamano loro “volontari”) e lavoratori forzati (ossia i carcerati) per i sei mesi del grande evento.

E qualcuno lo ha già definito “modello nazionale”.

Certo è che gli atteggiamenti mostrati sono molto simili a quelli delle aziende (ad esempio quando si volantina in un centro commerciale), il confronto sta a zero e la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici restano subordinati ai vari ruoli che la CGIL tenta di ritagliarsi o di farsi assegnare nel processo di liberalizzazione selvaggia nell’uso della manodopera.

Comunque il comunicato è andato a ruba!


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